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Craftivism: quando il knitting diventa attivismo

Negli ultimi anni, il lavoro a maglia ha subìto una completa trasformazione. Da mestiere della nonna oggi è diventata non solo un’arte che affascina ma anche una forma di attivismo e uno strumento per esprimere attraverso la creatività la visione di un mondo migliore.. perché per le giovani generazioni, un piccolo gesto può avere un grande impatto.

 

 

Nascono collettivi che fanno del knitting una pratica di impegno sociale, come il Craftivist Collective, un gruppo nato nel 2009 dal desiderio personale di Sarah Corbett di fare attivismo in un modo nuovo e poi condiviso da tanti altri, e che riassume la forza del loro impegno in una frase provocatoria “A spoonful of CRAFT helps the ACTIVISM go down“.

 

 

Chiaro il loro manifesto: “raccontare lo scandalo della povertà globale e le ingiustizie dei diritti umani attraverso il potere del craft e dall’arte pubblica. Questo verrà fatto attraverso azioni creative e non violente.”
Un manifesto che interpreta molto bene il concetto di crafitvism coniato da Betsy Greer, che con il suo libro Knitting for good! , ha scritto il manuale di questa nuova cultura della knitters. Craft+ activism: “Un modo di guardare alla vita in cui esprimere opinioni attraverso la creatività rende la voce più forte, la vostra compassione più profonda, e la vostra ricerca di giustizia più infinita.

Ricamano su banner di stoffa, con  il punto croce  i dati sulla povertà e le differenze di genere nel mondo e scrivono messaggi di solidarietà alle donne dei paesi in via di sviluppo.

 

 

Invitano, con maschere di stoffa che mettono sulla bocca delle statue, a ricordare la disuguaglianza e la violazione continua in alcuni paesi del mondo dei diritti umani.

Raccolgono fondi per l’agricoltura urbana e creano kit per imprese sociali che insegnano la maglia nelle prigioni.

Perchè per loro, maglia e cucito non sono solo  un’arte  da riscoprire ma uno strumento per sensibilizzare e aprire riflessioni su temi importanti, per mettere la propria creatività a sostegno degli altri, per creare reti e comunità.

 

 

Craftivism Collctive è la dimostrazione che anche una marmellata di pomodoro può aiutare a costruire un mondo più giusto.

 

 

[ via craftivist-collective ]

Laurea in giurisprudenza, Master in Management della Cultura, Master in Comunicazione d’Impresa e corso di specializzazione per Addetto Stampa. Ha lavorato nella comunicazione di festival e rassegne culturali tra cui I Concerti nel Parco, Passeggiate Romane, Enzimi. Ha ideato e diretto il festival Il Lusso Essenziale, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Roma.

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