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Photoshop nel Web Design

Per realizzare pagine web il processo è sempre stato più o meno questo: si parte da un wireframe, si progetta il layout grafico con Photoshop (Illustrator, Fireworks o simili), si passa alla realizzazione delle pagine con HTML-CSS usando editor come Dreamweaver, Coda, Espresso, Sublime Text (o simili).

Periodicamente negli anni, qualcuno scrive qualche post del tipo “basta photoshop, progettiamo direttamente nel browser”, qualcun altro risponde, “sì, ma poi non va proprio tutto bene”.

L’ultimo botta e risposta sull’argomento è arrivato da due nomi noti del web design internazionale, comincia Brad Frost con questo articolo dal titolo The Post Psd Era risponde Dan Mall con questo.

Brad Frost ha lavorato fino a qualche tempo fa alla RGA, e si occupa di design mobile. Comincia il suo post dicendo: “Nella mia carriera ho visto designer di grande talento sprecare il loro tempo nel creare qualcosa che assomiglia a un sito web”. Progetti grafici realizzati con Photoshop (Illustrator o quello che è) stampati, appesi alle pareti e mandati ai clienti. Progetti grafici sui quali si ricevono feedback e si fanno modifiche finché il cliente non è soddisfatto. Solo a questo punto si cominciano a creare pagine web. Un approccio che sembra diventare sempre più anacronistico in quest’epoca multi-device.

Brad continua poi il post elencando i punti di forza e i punti di debolezza di Photoshop nel web design. Ottimo per gestire elementi grafici, creare un ambiente di design (colori, texture,  composizione di base), creare bozze per dare un’idea di base del progetto finale, anche se ormai con framework html-css di tutti i tipi e per tutti i gusti, servizi online sempre più specifici, fare direttamente pagine web potrebbe essere la soluzione più efficace.

Di sicuro Photoshop non è adatto a creare progetti completi, a prendere decisioni finali di design e di struttura, senza parlare poi degli adattamenti su smartphone e tablet.

Nel suo post di risposta, Dan Mall (ex Interactive Director di Happy Cog, ora alle prese con il suo progetto Superfriendly) dice che il problema non è Photoshop ma sono le aspettative. Se in fase di presentazione del sito in Photoshop si parla del perché non si vede correttamente sull’iPhone qualcosa è andato storto nella comunicazione con il cliente. Per lui semplicemente  non è necessario far vedere, in una prima fase, il progetto completo, ma solo una bozza generale.

Più che cambiare lo strumento quindi bisogna cambiare l’uso che se ne fa. In un web design in cui i pixel non sono più pixel, le larghezze fisse non ci sono più, si possono creare pulsanti in CSS velocemente e la tipografia è sempre più fondamentale, Photoshop diventa un modo per esplorare il layout, fare qualche prova di colore e di disposizione degli elementi.

Quando si progetta in Photoshop (o anche in Illustrator) si prendono un serie di decisioni che spesso risultano sbagliate o che non tengono conto di tutti gli aspetti del sito. Decisioni che poi comportano continui cambiamenti e modifiche. Forse la cosa migliore è isolare le parti del workflow e lavorarli separatamente per poter intervenire più velocemente dove serve.

Architettura dell’informazione con wireframe e prototyping, layout con framework, tipografia con servizi come typecast, visual design con Photoshop, Illustrator o altro, sono tutti elementi che vivono separatamente, per unirsi nel progetto finale.

Nel web design moderno si ci muove sempre meno su una linea retta, e sempre più su un diagramma di flusso.

© patpitchaya – Fotolia.com ]

 

Art Director, Digital Designer, Docente di web design presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Pratico, parlo e scrivo di web design, grafica, tipografia, comunicazione online. @cirox | Info. Newsletter: Dispenser.Design

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