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Web Design, tra passato, presente e futuro

Cos’è il Web Design?

Sinceramente io a 36 anni, dopo 12 anni che mi occupo di questa cosa ancora non l’ho capito.

In questi anni né gli editori di settore né le varie scuole di grafica e web mi hanno aiutato a capirne di più. Sia i primi che le seconde accostano la parola web design a qualsiasi cosa, dal seo a wordpress, da flash all’html-css, dall’usabilità alla user experience, dalla registrazione dei domini alla creazione di pagine su facebook.

Forse il Web Design è tutto questo o forse non è niente e tra 20 vent’anni ci chiederemo se sia mai esistito.

Il primo sito è stato pubblicato dal Tim Bernes-Lee (padre del Web) il 6 Agosto 1991, e di vera e propria progettazione grafica per il web si è cominciato a parlarne alla fine degli anni 90.

Paragonato al Graphic Design con una storia di un paio di secoli il Web Design è un embrione.

Nonostante la vita brevissima siamo alla terza rivoluzione di processi e workflow nella progettazione di pagine web. Sono cambiati gli standard, è cambiata la tecnologia, sono cambiati i supporti con una crescente diffusione di smartphone, tablet, sono cambiati i monitor sempre più grandi e a risoluzioni sempre maggiori, e soprattutto sono cambiati gli utenti, il loro comportamento e il loro modo di comunicare. I social sono diventati centrali nella comunicazione tra le persone e sono diventati porta d’ingresso a siti, pagine web e informazione.

All’inizio degli anni 90 le prime pagine web erano soprattutto testuali e monocolonna con link che le collegavano tra loro, utilizzate principalmente dagli scienziati del CERN per scambiarsi informazioni (chissà se lo facevano con il Comic Sans). Per costruire le pagine, allora come oggi, è necessario utilizzare l’HTML (Hyper Text Mark-Up Language) un linguaggio di markup che descrive il suo contenuto, testuale e non.

L’HTML è un linguaggio di pubblico dominio la cui sintassi è stabilita dal World Wide Web Consortium (W3C), associazione fondata da Tim Bernes-Lee nel 1994 che detta gli standard e i protocolli comuni per tutti gli operatori del Web, dalle aziende che realizzano browser, alle aziende che realizzano editor HTML/CSS (come Dreamweaver o Coda) agli sviluppatori e web designer.

Nella metà degli anni 90 comincia a diffondersi una tecnica di impaginazione su multicolonna con l’ausilio delle tabelle, che permetteva una migliore presentazione dei contenuti e della navigazione, ma ancora gli operatori del settore erano sopratutto informatici e di design c’era davvero poco.

Con il rilascio, nel 1996, di Flash da parte di Macromedia, chi si occupa di grafica e di design comincia ad avvicinarsi al nuovo media web, grazie soprattutto alla sua interfaccia molto simile ad altri programmi di grafica della stessa Macromedia e di Adobe. Flash però non crea pagine HTML ma animazioni, presentazioni e gestisce contenuti multimediali (audio, video).

Nello stesso anno il W3C rilascia il CSS (Cascading Style Sheet) e l’approccio alla realizzazione delle pagine web si avvia a una separazione della struttura/contenuto, gestita con l’HTML, dalla forma/stile gestita con i CSS.
La parola design in italiano ha accezioni soprattutto estetiche, in inglese significa progettazione. Quello che ho capito in questi anni è che il “design” di “Web Design” è anche estetica, ma è sopratutto progettazione. Il web design è studio dell’interfaccia, è architettura delle informazioni, è progetto grafico, è interazione, è funzionalità, è usabilità, è html/css.

Una definizione interessante di Web Design la dà Andy Rutledge, noto designer e blogger, in un suo post: Web Design is Product Design. Rutledge parla di Web Design come experience design, e per progettare l’esperienza è necessario prevedere e gestire i comportamenti.
Anche il funzionamento, e quindi HTML e CSS e JS è Web Design.

La questione relativa alla conoscenza o meno dell’HTML e CSS da parte di un web designer è un dibattito continuo, c’è una lunga storiografia sui blog di tanti web designer, più o meno conosciuti. Per alcuni è fondamentale la conoscenza dell’HTML e CSS, considerata l’elemento che trasforma un grafico in un web designer, per altri è secondaria e quasi limitante. Il modo migliore per comprendere le caratteristiche del web è quello di parlare il suo linguaggio. Più sai tu, più saprà il tuo design.
Il graphic design è una componente del web design, ma da solo senza la dovuta conoscenza del mezzo web, delle sue dinamiche e della sua costruzione diventa inutile e dannoso. L’HTML e CSS sono semplici da capire e imparare, ma riuscire a padroneggiarli, soprattutto il CSS, richiede tempo e conoscenze. Sapere, però, come il proprio design verrà costruito non può non essere un vantaggio.

Cosa è successo al web design negli ultimi anni

Il web si muove molto velocemente e stare al passo non è facile, nel web design il cambiamento è l’unica costante.

Se un progettista web degli inizi del 2000 venisse catapultato oggi nel 2011 probabilmente non sarebbe in grado di realizzare un sito web professionale, forse anche un progettista del 2005 oggi non avrebbe vita facile. Termini come Responsive Web Design, Adaptive Layout, Mobile First, Web Font, Framework CSS introdotti in questi anni hanno cambiato e stanno cambiando radicalmente il modo di progettare e realizzare pagine web. Frasi come “Il web design deve rispondere, connettere e associare” o “I siti web devono includere esperienza, coinvolgimento e conversazione” si leggono di continuo in blog più o meno famosi che trattano di Web Design. Su questi concetti e con la crescente diffusione di smartphone e tablet si sono diffuse tecniche e teorie come quelle sul responsive e adaptive. Spesso responsive e adaptive vengono confusi, ma non sono altro che tecniche e approcci con lo stesso scopo, permettere all’utente di avere la migliore esperienza di navigazione possibile, aldilà del supporto.

Responsive, in italiano reattivo: “Agire in risposta a uno stimolo”
Adaptive, adattabile: “Adattarsi all’ambiente circostante”

Il responsive web design nasce da un articolo di Ethan Marcotte nel 2010, a cui è seguito un libro dove è spiegato in modo dettagliato come riuscire a creare un sito reattivo (responsive).

Dal punto di visto teorico, l’obiettivo di un sito responsive è quello di adattarsi alla risoluzione del monitor e del device (smartphone, tablet) dell’utente, non solo dal punto di vista delle dimensioni ma anche nella disposizione dei contenuti.
Dal punto di visto pratico, è quello di realizzare con la stessa struttura di codice HTML/CSS pagine web multi-piattaforma.

La base del responsive è l’utilizzo di griglie e immagini fluide, dimensionate in percentuale, e l’uso dei media queries, un comando css che permette di aggiungere o eliminare proprietà al contenuto della pagina a seconda della risoluzione e dell’orientamento.

Un design adattivo (adaptive) è un design che si adatta all’ambiente circostante e dal punto di vista pratico si affida quasi esclusivamente ai media queries, combina i vantaggi del layout a larghezza fissa con la progettazione multi-dispositivo.

Il web design non è più solo web

Oggi come oggi però il web design non è più solo web. Gli ultimi 2 anni sono stati per il web design fondamentali, con le teorie sul responsive/adaptive, la tipografia, le griglie e sopratutto con il mobile.

Il web, come scriveva in un post sul suo blog di qualche mese fa Jeff Croft sta diventando sempre più “servizi” e meno siti e pagine web.
Instagram ne è un esempio. Un servizio molto popolare sul web che però è controllato interamente da un’applicazione per iPhone. Con Instagram è possibile scattare e condividere velocemente foto con filtri stile toy camera, e ha le funzioni tipiche di un social, amicizia, tag, commenti. Funziona su iPhone ma sul web ci sono decine di siti e servizi a supporto. Siti che permettono di visualizzare le foto, che permettono di commentare, siti che permettono di stampare le proprie foto prendendole direttamente da Instagram. Tutto questo avviene attraverso le API, un’insieme di procedure di programmazione che gli sviluppatori rendono pubbliche per altri sviluppatori che possono così creare nuovi servizi e applicazioni, ad esempio rendere visibili le foto di Instagram sul browser e non solo su telefonino. Lo stesso principio vale per Twitter o Facebook, le app dei vari Android, iOS, Mac, Windows, sono famose come quanto se non più della loro versione web.

Uno dei cambiamenti che sta subendo il web design è che i siti web assomigliano sempre più ad applicazioni, già dalla homepage si chiede all’utente di compiere un’azione, loggarsi (magari con il proprio account Twitter o Facebook per fare prima), condividere qualcosa, segnalare, giocare.

Secondo la UX Designer Whitney Hess la sfida sarà sempre più quella di progettare design in funzione dello scopo dei dispositivi che si hanno a disposizione: voglio controllare (mobile), voglio gestire (desktop), voglio immergermi (tablet).

Art Director, Digital Designer, Docente di web design presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Pratico, parlo e scrivo di web design, grafica, tipografia, comunicazione online. @cirox | Info. Newsletter: Dispenser.Design

Comments

  • Alessandro Cimbali
    9 Luglio 2012

    evoluzione lenta e inesorabile 

  • Alessandro Piotto
    16 Luglio 2012

    Bella storia… 6 agosto 1991..a saperlo quel giorno che mi avrebbe cambiato la vita…

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