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2025 Future Environment Human – La mostra

L’Associazione culturale Seven O’Clock presenta, da giovedì 12 a domenica 15 febbraio 2015, negli spazi dell’Ex-Cartiera Latina di Roma2025 – Future Environment Human, una rassegna di arti visive e live performance. Protagonisti oltre venti artisti nazionali e internazionali, che, attraverso diversi media, sono chiamati a riflettere sul futuro e sulla possibilità di un nuovo rapporto sostenibile tra uomo, natura e tecnologia.

2025 – Future Environment Human è ideato da Seven O’Clock, in coproduzione con Dead Poets Society, gode del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo, Dipartimento Cultura di Roma Capitale, ed è in collaborazione con Dugong Film e lo studio di architettura Startt.

La rassegna, sotto la direzione artistica di Sofia Francesca Miccichè e Giorgia Noto, prevede: una mostra con dodici opere legate ai temi dell’innovazione tecnologica, applicata all’ambiente e alla sostenibilità.

 

Gli artisti in mostra che si confrontano con gli spazi dell’Ex-Cartiera Latina sono: Marco Bernacchia (Italia, 1979), Daniela Di Maro (Italia, 1977), Stéphane Kozik (Francia, 1980), Giuseppe Licari (Italia, 1980), Virginia Lopez (Spagna, 1975), Ludo (Francia, 1985), Marcantonio Raimondi Malerba (Italia, 1976), Ryts Monet (Italia, 1982), Margherita Morgantin (Italia, 1971), Roberto Pugliese (Italia, 1982), Scenocosme – duo formato da Grégory Lasserre (Francia, 1976) e Anaïs met den Ancxt (Francia, 1981) – e Talking Land progetto itinerante di Stefano Capodieci (Italia, 1988) Caterina Giuliani (Italia, 1985) e Giovanna Zanghellini (Italia, 1986).

Marco Bernacchia presenta Feedback (2009), un’installazione costituita da una sezione di tronco marittimo, ombrelli colorati e un cavalletto per tastiera, che rivela come nella ricerca dell’artista sia esplicito il riferimento all’elemento naturale, alla componente sonora e agli equilibri di forza tra natura e tecnologia.

Cuprum II (2015) è l’installazione interattiva di Daniela Di Maro composta da tre ricami in filo di rame rosso su carta che divengono organismi autosufficienti, in grado di avviare un processo di “fotosintesi artificiale”. Tre pannelli solari convogliano i raggi luminosi verso altrettanti circuiti, tutti diversi, i quali filtrano la luce e la trasformano in sonorità eterogenee emesse poi dai buzzers posti più in alto. In base all’intensità della luce, il suono viene modulato, generando eventi mutevoli ed incontrollabili, simili a sonorità di ambientazione boschiva. I soggetti dei ricami rappresentano una selezione di piante particolarmente gradite alle api e a quegli insetti detti “pronubi” in grado cioè di provocare e favorire l’impollinazione di innumerevoli specie di piante spontanee o coltivate.

Stéphane Kozik presenta per la prima volta in Italia Chlorophyllian Beats (2010), un’installazione sonora interattiva costituita da un insieme di piante e da un meccanismo che fa cadere irregolarmente delle gocce d’acqua sulle foglie. Piccoli microfoni captano ed elaborano il suono di ogni goccia, dando origine a una composizione musicale. Beats richiama i battiti del cuore e i movimenti delle piante, sottolineando come esse siano degli organismi viventi che invitano lo spettatore alla contemplazione di ritmi sempre diversi.

Giuseppe Licari ha ideato e realizzato appositamente per 2025 l’installazione Il Giardino delle Mele d’Oro, che vede protagonisti alcuni alberi di arancio, circondati da piccole fortificazioni. L’opera allude, da un lato, al mitologico Giardino delle Esperidi – dove cresceva un albero di pomi d’oro, che si è ritenuto successivamente fossero delle arance –, dall’altro, ai giardini di Pantelleria, isola in cui gli aranci sono circondati da alti muri di pietra, che li proteggono da venti e furti. Il lavoro, dal forte valore simbolico, racconta storie di segregazione e protezione, di produzione e sostenibilità, di altezze irraggiungibili, ad eccezione dell’immaginazione, in grado di superare qualsiasi fortificazione.

L’artista spagnola Virginia Lopez presenta la video installazione Changing Leaves (2011-2013): un delicato racconto di come sia possibile fermare il tempo conservando, foglia per foglia, grazie all’antica tecnica della cera calda, l’ultimo attimo di splendore di un organismo vivente, prima che l’inverno sopraggiunga e l’albero si inaridisca. L’opera è una riflessione sul tempo, sulla mutabilità della natura e sulla sua capacità di rigenerarsi.

Ludo è uno street artist parigino il cui lavoro, ideato appositamente per la rassegna, coinvolge parte dei muri esterni dell’Ex-Cartiera. La sua cifra stilistica prende in prestito le tipiche illustrazioni botaniche, per ottenere disegni raffiguranti organismi ibridi, portatori di messaggi legati a tematiche ambientali e sociali.

Marcantonio Raimondi Malerba espone Cuore con ulivo (2014): da una delle arterie principali di un cuore cresce un ramoscello di ulivo .La relazione tra uomo e natura è il tema principale delle sue opere, rappresentata sia con dinamiche surreali sia con una poetica che vuole esaltare una matrice naturale comune in ogni cosa.

Codice Sorgente di Margherita Morgantin è un video del 2004 che l’artista veneziana ha girato in un’isola dell’Estonia seguendo il processo industriale che, dal taglio degli alberi, porta alla produzione di oggetti di consumo come fiammiferi, fogli, matite ecc. L’assenza dell’audio potenzia ulteriormente la violenza dell’atto del recidere, e la mancanza di colore sospende le immagini in una dimensione spaziale e temporale indecifrabile.

The Magic Piper of Ishinomaki (2013) è il video realizzato da Ryts Monet a distanza di due anni dal potente tsunami che ha investito il Giappone nel 2011. Le immagini raccontano la pesante devastazione subita dalla città Ishinomaki, a 100 km dalla centrale nucleare di Fukushima. La catastrofe, conseguenza di una tecnologia che si è rivelata avversa, fa da sfondo al video in cui un musicista giapponese, con indosso una tuta anti-radiazioni, improvvisa una melodia con il flauto, camminando in un paesaggio dove la presenza umana è totalmente assente. Questo suono ipnotizzante suggerisce al contempo assenza e presenza: di fronte a un vuoto umano che appare incolmabile, emerge, nonostante tutto, una sensazione di umanità condivisa.

Roberto Pugliese presenta l’installazione sonora Unità minime di sensibilità variant II (2012), un  lavoro che indaga la differenza percettiva tra suoni sintetici e suoni naturali. L’opera, in cui la parte visiva e quella sonora sono complementari, è costituita da speaker e cavi che, posizionati a diverse distanze, le conferiscono sembianze organiche. In questa installazione, composta di hardware, coesistono tecnologia e natura.

Scenocosme, duo francese formato da Grégory Lasserre Anaïs met den Ancxt, presenta per la prima volta in Italia Phonopholium, un’installazione interattiva con tre arbusti che reagiscono alla carezza del contatto umano, emettendo un suono che crea una vera e propria melodia.

Talking Land è il progetto artistico di Stefano CapodieciCaterina Giuliani e Giovanna Zanghellini che dal mercato agroalimentare arriva fino ai luoghi delle materie prime. Un percorso a ritroso, dove camminata e scrittura dell’itinerario mettono in luce la filiera di forze incluse: produzione persone e paesaggio. L’installazione sinestetica che ne deriva, diventa un archivio di sequenze di vita quotidiana e dati reali.

 

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