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I migliori font del 2015 secondo Typographica

La raccolta dei migliori font del 2015 di Typographica quest’anno arriva un po’ in ritardo. Le cause del ritardo — scrive il fondatore di Typographica Stephen Coles — sono dovute al rifacimento del sito. Dal punto di vista del design è cambiato poco, è cambiato quello che c’è dietro. Il codice con cui era stato costruito mostrava il peso degli anni e aveva bisogno di una rinfrescata.

Typographica ogni anno, da 10 anni, fa una selezione di font tra migliaia di caratteri tipografici che ogni anno vengono rilasciati dalle type foundry di tutto il mondo. Quest’anno i font selezionati sono 63, negli ultimi due ne erano stati selezionati 54. Le scelte non hanno un filo conduttore, sono dettate quasi esclusivamente dal gusto personale dei selezionatori e le recensioni che vengono fatte per ogni font non sono tecniche. Si parla di numero di glifi e di stili, ma sopratutto di impressioni personali. Ad esempio parlando del Clone della type foundry Rosetta Michael Surtees scrive:

[quote]As I used Clone, I sensed that Lasko Dzurovski spent a lot of time meticulously crafting the flow of each letter. There’s a lot readability magic happening. Over and over, I discovered fascinating letter combinations that made words sing in ways I hadn’t noticed before. Words like “benchmark”, “currently”, and “question” produce the locked-down bookend effect I described earlier. “Breaking” is a thing of beauty. It’s as though Dzurovski took every combination and gave it attention that others don’t take the time to consider.[/quote]

Nel post di accompagnamento alla selezione dei font Coles segnala due cose interessanti nate nel 2015. Il blog collaborativo Alphabettes e Fontstand, un servizio che ti permette di provare font prima di acquistarli e che ti permette di noleggiarli, a costi contenuti, per un periodo che va da un mese a un anno, sul modello dei servizi di font-hosting per il web.

Nel 2015 non ci sono stati stravolgimenti tecnologici, i web font hanno ormai raggiunto una propria maturità, il formato WOFF sembra destinato a diventare lo standard, e quasi tutte le type foundry offrono una versione web dei propri font.

Come negli anni passati faccio una selezione della selezione di Typographica, con il loro stesso spirito. Nessun criterio preciso, solo un limite numerico. Cinque font che per qualche motivo, perlopiù estetico, mi sono piaciuti un po’ più degli altri.

Buendia-fonts

Buendia

Buendia, il nuovo font dalla type foundry olandese Bold Monday, è il progetto di tesi del designer colombiano César Puertas sviluppato durante il master in Type & Media presso la Royal Academy of Art. Il Buendia è composto da sei stili, ognuno diverso dall’altro: grotesque, rounded, slab-serif e transitional.

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Bligh_Typographica

Bligh

Bligh è stato disegnato da Luisa Baeta per la type foundry inglese Dalton Maag. Nonostante sia composto da soli tre pesi, light, regular, bold sembra versatile ed è molto leggibile anche a piccole dimensioni. Ha decisamente una forte personalità. Il Bligh è dotato anche di una serie di simboli che richiamano i viaggi intorno al mondo, sua fonte di ispirazione .

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mallory-specimen

Mallory

Mallory è il nuovo font di Tobias Frere-Jones. È un font molto autobiografico, Mallory è il secondo nome di Frere-Jones, e come il suo creatore è per metà inglese e per metà americano. I riferimenti del Mallory sono il Gill Sans (inglese) e il Metro (americano). È composto da 1.250 glifi e 16 pesi. È disponibile anche una versione MicroPlus pensata per essere usata a piccole e dimensioni e sugli schermi.

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FS Brado

Brado è il nuovo serif della type foundry inglese Fontsmith realizzato dal designer brasiliano Fernando Mello. È composto da quattro pesi. A ispirare Mello è stata l’eccezionale collezione di caratteri tipografici del museo Plantin-Moretus di Anversa e caratteri del 16° secolo come Bembo, Garamond e Plantin.

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macho

Macho

Macho è il font che Luciano Perondi ha realizzato per il MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro. È un carattere monospace composto da 774 glifi ed è disponibile in 5 pesi. Ogni peso ha la variante box con due linee (continue o tratteggiate) sopra e sotto. Fonte di ispirazione del Macho alle macchina da scrivere della Olivetti.

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Se il limite fosse stato 10 o avessi scritto questo post in un altro momento probabile che avrei inserito nella mia selezione questi: Clone, Demos Next, Today Sans Now, Druk, Libe Sans.

[ L’immagine in alto in primo piano si riferisce al Macho di Luciano Perondi ]

Art Director, Digital Designer, Docente di web design presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Pratico, parlo e scrivo di web design, grafica, tipografia, comunicazione online. @cirox | Info. Newsletter: Dispenser.Design